Ieri il Ministro Padoan ha dichiarato, a proposito dello scandalo delle banche, che gli italiani hanno una scarsa educazione economico-finanziaria . A parte la purtroppo consueta propensione al crimine di una parte del mondo finanziario , come dargli torto ?

L’affermazione del Ministro è confermata anche da un sondaggio condotto da Standard & Poor (tanto per rimanere in argomento) su 150 mila adulti di 140 Paesi. Solo il 37% degli italiani ha dimostrato competenze finanziarie , un valore ben lontano dai migliori.

Ad ulteriore conferma la prima indagine PISA sull’alfabetizzazione finanziaria degli studenti quindicenni , già nel 2012, dimostrava che i risultati dell’Italia erano inferiori alla media dei Paesi OCSE .

Il problema è che in Italia non siamo indietro solo sulle conoscenze economico-finanziarie ma anche e soprattutto riguardo alla strategie nazionali da adottare .

Del resto, basti pensare al fatto che la Geografia Economica nella scuola superiore italiana pochi anni fa è stata ulteriormente ridimensionata ed oggi è insegnata solo nel primo biennio (?!) dei soli istituti tecnici commerciali !

Nulla peraltro fa presagire miglioramenti analizzando la recente legge sulla “Buona Scuola” nonostante le reiterate e numerose proposte inviate al Ministro .

E’ pensabile , in una delle più grandi economie mondiali costellata per giunta da frequenti e drammatici scandali finanziari, prescindere da una disciplina di importanza strategica, essenziale a comprendere i processi economici in economie aperte, a conoscere risorse e flussi economici, a comprendere le dinamiche dello sviluppo, ed indispensabile quando si vogliano comprendere la genesi e la propagazione di crisi valutarie, finanziarie, economiche, come quella che stiamo vivendo ?

Vogliamo o no dei futuri cittadini che siano in grado di leggere quanto accade nell’economia e nella finanza e quindi difendersi dai rischi della vita reale oppure preferiamo un “parco buoi” molto più congeniale a spregiudicati speculatori che vogliono ingannarlo ?

Un primo segnale che il Ministero dell’Istruzione potrebbe dare per porre fine a questa grave e anacronistica lacuna sarebbe quindi quello dell’introduzione e valorizzazione della Geografia Economica , intesa come un essenziale sapere di base, in tutti gli indirizzi di studio .

Sarebbe finalmente una svolta strategica .