Un Tom Tom non fa la Geografia

Renzi  ha deciso . La conoscenza della Geografia, in particolare quella economica e politica, deve essere solo appannaggio in Italia dei pochi strateghi  militari e dei capitani d’azienda , che la studiano in maniera interessata  a spese  dello Stato o delle loro imprese  .

I giovani italiani, cittadini di domani, non dovranno conoscerla né studiarla quindi . Globalizzazione, flussi migratori , finanziarizzazione dell’economia, guerre e geopolitica, crisi energetica , climatica ed ambientale ..…nulla di tutto questo. E’ meglio non sapere.

Ai giovani del secondo Paese esportatore manifatturiero d’Europa e della quinta potenza turistica del Pianeta è precluso lo studio dei suddetti  fenomeni.

La tanto decantata ma fasulla consultazione chiamata “Buona Scuola” , nonostante le numerose  proposte nel merito pervenute , ha decretato ciò : totale assenza della Geografia tra i saperi di base  e nessun potenziamento della materia nonostante sia già ridotta ai minimi termini.

Cari giovani,  consolatevi con la (pur bella) geografia spettacolo delle trasmissioni televisive e con il Tom Tom : qualche statista “sogna”  che bastino questi per fare di voi  dei cittadini consapevoli e globali . 

Di questo passo confermeremo quello che la Ricerca Ipsos nello scorso agosto ha rilevato : siamo il primo Paese , tra quelli sviluppati,  per la scarsa accuratezza con cui interpretiamo  il mondo : ad esempio, crediamo che gli immigrati siano il 30% della popolazione (in realtà sono il 7 % ) ,  che i musulmani  siano il 20 % (mentre sono  il 4 %) e che i disoccupati siano il 49% (quando invece sono il 13 %) .

Tanti auguri Italia !

La Buona Scuola” ignora che un Paese senza cultura geografica non ha futuro!

Il mondo è attualmente in rapida evoluzione: cambiano, con enorme rapidità, gli equilibri politici sulle sponde del Mediterraneo; cambiano gli equilibri economici e politici nell’ est Europa, al confine con l’ Asia; cambiano gli equilibri dei flussi commerciali e finanziari internazionali, rendendo peraltro incerto prevederne l’ evoluzione; cambiano gli equilibri economici e politici anche all’ interno dell’ UE – il caso della Grecia è il più evidente, ma è un caso isolato o la punta di un iceberg? E che dire, d’ altro canto, del caso – solo apparentemente slegato – della decisione della Banca Centrale svizzera?

Cambia – spesso, purtroppo, in peggio – l’ aspetto e l’assetto del nostro territorio, vittima forse della maggiore incidenza di eventi violenti, senz’altro dell’incuria e di un uso insostenibile e irrispettoso che ne è stato fatto e si continua a fare.

Ci troviamo probabilmente di fronte a una radicale trasformazione della fisionomia del mondo e delle sue relazioni, destinata a mutare profondamente i nostri modi di vivere e le relazioni internazionali ed economiche dell’ Italia;  si può facilmente prevedere che essa avrà un impatto diretto non soltanto sulle attuali, ma soprattutto sulle future condizioni di vita.

Cosa sanno e comprendono i nostri studenti – ovvero, i futuri cittadini - di quanto sta accadendo (e condizionerà la loro vita presente e futura)?

Come Coordinamento Nazionale SOS Geografia (www.sosgeografia.it), temiamo molto poco.

Suscita la preoccupazione di ogni operatore della scuola – un po’ meno dei decisori politici, almeno stando a quanto riportato da dossier e  dalle dichiarazioni sulla scuola - l’ ignoranza delle conoscenze geografiche manifestata dagli studenti italiani.

Non si comprende infatti l’ assenza della parola “Geografia” (nell’ accezione di “saperi geografici”) nel dossier di riforma della scuola allo studio (La Buona Scuola).

Come è possibile trascurare la centralità di un sapere – quello geografico – tanto antico quanto indispensabile attualmente, in un mondo globalizzato, capace di attrarre e interessare gli studenti e necessario per l’ acquisizione di numerose ulteriori competenze?

Analogamente, non si comprende come possa realizzarsi una efficace “educazione finanziaria” prescindendo anche dalla semplice conoscenza dei luoghi di provenienza e di destinazione di uomini, beni, servizi, flussi finanziari; non si comprende come possa realizzarsi una efficace educazione ambientale e alla sostenibilità prescindendo dalla conoscenza dell’ assetto territoriale, delle dinamiche demografiche, delle specificità economiche di ciascuna regione del mondo.

Come Coordinamento Nazionale SOS Geografia non ci limitiamo a una denuncia di questo stato di cose, che è possibile costatare quotidianamente nelle scuole italiane; abbiamo anche elaborato numerose proposte di  curricula geografici nelle scuole italiane e abbiamo sempre offerto la nostra (gratuita) collaborazione ai decisori che intendessero giovarsene.

Fra queste proposte, che nuovamente sottoponiamo all’ attenzione del Legislatore:

a) l’ introduzione della disciplina “Geografia economica e politica”, per complessive 2 ore settimanali per classe, in tutti i bienni della secondaria di secondo grado;

b) l’ introduzione della disciplina “Geografia economica” in tutti i trienni liceali, in cui si forma la futura classe dirigente, per non meno di 2 ore settimanali per classe;

c) la reintroduzione dell’ insegnamento di “Geografia economica” nei trienni degli Istituti Tecnici – Amministrazione Finanza e Marketing, al posto dell’ attuale insegnamento di “Geografia” che, destinato ai bienni, non esplica al meglio tutte le potenzialità formative perché destinato ad alunni non in possesso dei prerequisiti necessari .

d) la reintroduzione dell’ insegnamento di “Geografia turistica” nel triennio degli istituti Professionali ad indirizzo alberghiero– articolazione Accoglienza turistica, per 2 ore settimanali per classe.

Vi è inoltre la necessità di una base geografica per una completa formazione economica e finanziaria: non è possibile realizzare una educazione finanziaria che prescinda dalla Geografia economica.

Proponiamo pertanto l’ introduzione di un congruo numero di ore (non inferiore a 2 ore settimanali per classe) dell’ insegnamento di “Geografia economica” nell’ ambito dei curricula di educazione economica e finanziaria.

Va rilevato quindi come troppo spesso la Geografia sia stata in questi anni vittima dello status di “insegnamento atipico”: questo ha comportato l’ attribuzione dell’ insegnamento a personale privo di adeguata formazione, nonché di adeguato aggiornamento per il suo insegnamento. 

Si rileva l’ aspetto paradossale di questa scelta a proposito di un sapere che riguarda l’ attualità e la contemporaneità, e che richiede pertanto all’esperto un aggiornamento pressoché ininterrotto.

Per garantire la piena fruizione di una formazione di qualità agli studenti, come anche per superare il paradosso ricordato sopra, il Coordinamento Nazionale SOS Geografia ha proposto e continua a proporre l’ affidamento esclusivo di tutti gli insegnamenti geografici alla classe di concorso 39/A, composta da professionisti dotati di un’ adeguata formazione specialistica.

Ancora una volta sottoponiamo all’ attenzione di tutti l’ importanza centrale dei saperi  geografici per la formazione dei futuri cittadini e lavoratori, augurandoci una netta inversione di tendenza rispetto all’ assenza di dibattito presente e passato.

Un Paese senza cultura geografica non ha futuro!

X il Coordinamento Nazionale SOS Geografia

 

Prof. Riccardo Canesi  (I.I.S. “Domenico Zaccagna” Carrara) 

Al Ministro dell’Istruzione

Al Ministro dell’Istruzione 

Gentile Ministro, Le scriviamo in riferimento alla  nota 3119 del 1 aprile 2014 "Assegnazione insegnamenti alle classi di concorso 2014-2015" con la quale , “al fine di evitare la creazione di personale in esubero le  ore di geografia degli indirizzi “Amministrazione, finanza e marketing” e ”Turismo” possono essere affidate non solo alla classe titolata ,e cioè la 39/A,  ma anche ai titolari della 60/A e l’ora di Geografia generale ed economica prevista dall’art.5, comma 1, del decreto legge 12 settembre 2013, n. 104 convertito, con modificazione, dalla legge 8.11.2013 n.128, in fase residuale , può essere assegnata  alla 50/A e 60/A .

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