“Ecco perché la “Buona Scuola” di Renzi non vuole la Geografia “ di Davide Allegri

Ci sono vari motivi per cui la Buona Scuola di Renzi non vuole un insegnamento generalizzato della Geografia esteso agli istituti di ogni ordine e grado.Non la vuole poiché la Geografia insegna agli studenti a collocarsi nello spazio e quindi a conoscere il proprio territorio e le proprie peculiarità ed a confrontarle con gli altri. Perché la Geografia insegna a capire i processi, le motivazioni e le cause profonde della globalizzazione e quali ne sono le conseguenze. La Geografia insegna anche a comprendere le dinamiche di potere mondiali, chi sono i BRICS, perché esistono paesi che conoscono un impetuoso sviluppo e paesi che invece arrancano nella stagnazione economica. La Geografia consente anche di capire perché è necessario elaborare delle politiche di sviluppo che tengano in considerazione il paradigma della sostenibilità affinché le risorse generate dal nostro Pianeta siano sufficienti per le esigenze umane e sia possibile mantenere un equilibrio tra la pressione demografica e la disponibilità di cibo e materie prime. La Geografia permette anche di conoscere culture, società, “mondi” completamente diversi dal nostro, consente di stabilire dei raffronti e proporre soluzioni inedite ed innovative per affrontare i problemi delle società moderne. La Geografia consente anche di comprendere i flussi turistici, di analizzarne domanda, dinamiche e tendenze. La Geografia permette di spiegare le dinamiche geopolitiche e le attuali crisi diplomatico-militari e di prevederne conseguenze e scenari. Le attuali guerre in Siria, Iraq, Libia, Afghanistan, Mali, Yemen, Ucraina si possono capire grazie alla Geografia. Ah, e la Geografia ovviamente consente anche di localizzare sulle carte, analogiche o digitali, questi fenomeni oltre a luoghi, città, fiumi, continenti, montagne. La Geografia, essendo una disciplina trasversale, studia l’interazione tra l’uomo e il suo ambiente, all’interno di un determinato contesto territoriale. Quindi il sapere geografico è utilissimo per creare quelle interazioni e quelle interconnessioni fondamentali per garantire un approccio sistemico, complessivo alle esigenze umane contemporanee. È dunque fondamentale anche per formare delle menti sufficientemente aperte e cosmopolite, che rifuggano dal provincialismo e dall’autoreferenzialità.

Questi sono i motivi per cui la Buona Scuola non prevede di dare ampio spazio all’insegnamento della Geografia. La Geografia, ed è questo probabilmente il motivo per cui la scuola di Renzi darà il colpo di grazia a questa materia, mette in luce tutte le manchevolezze della classe dirigente italiana: il suo disinteresse verso temi fondamentali, e “politici” nel vero senso della parola, come la miopia nell’infrastrutturazione del territorio (stradale, ferroviaria, fluviale, marittima, aerea), l’inesistenza di politiche energetiche di lungo periodo e rivolte alla sostenibilità, l’incapacità di relazionarsi con i partner internazionali da una posizione di forza intervenendo nel contesto diplomatico mondiale con posizioni e soluzioni autorevoli. Aggiungiamo poi l’inettitudine e il pressappochismo nel comprendere e gestire i fenomeni migratori, l’incapacità nel valorizzare le numerose eccellenze territoriali, la mancanza di interesse nel creare un “Sistema Italia” funzionante, un Paese cioè dove cittadini e amministratori facciano squadra per tutelare il bene comune e gli ambiti di eccellenza non siano frutto del caso ma di una attenta pianificazione.

Un insegnamento generalizzato della Geografia genererebbe una generazione consapevole e critica nei confronti del potere, e questo la Buona Scuola non lo deve fare.

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